Sacra Sindone: storia e leggenda
Dialogo, maggio 1997

Le prime notizie della Sindone, e degli altri oggetti sepolcrali di Cristo, si hanno solo con il VII secolo, quando si cominciò a parlare di tali reliquie esistenti a Gerusalemme, poi a Costantinopoli. Nell’età moderna l’interesse si è polarizzato intorno alla Sindone di Torino; la medesima venerata dal 1353 al 1418 a Lirey in Champagne e che,«passata in proprietà dei duchi di Savoia nel 1453, fu custodita a Chambéry fino al 1578, quando fu trasportata a Torino, nell’apposita cappella cattolica del Duomo.

Questa reliquia lascia intravedere la doppia immagine frontale e dorsale di un corpo umano su cui si scorgono delle stigmate attribuite a Gesù Cristo. Da dove provenisse questa reliquia non è storia; ii vescovo di Troyes condannò il culto pubblico di questo avanzo dì cosa pseudo sacra.

Un memoriale, a nome di papa Clemente VII, stabilì che quella relìquia non era la vera Sindone, ma una figura dipinta per mano d’uomo, Questo pontefice, il 6 gennaio del 1390, permise la mostra della reliquia, ma “come di una copia’.


Negativo fotografico della Sindone

Nel 1898 la Sindone fu, per la prima volta, fotografata; e l’immagine risultò positiva e non negativa. Nel 1931, la rivelazione venne confermata da lastre fotografiche, escludendo ogni fattura pittorica. Al tempo in cui la Sindone apparve nella storia, nessun artista avrebbe saputo disegnare la figura del Cristo e tanto meno in negativo.

A parere dei professori della Sorbona, si tratta certo di una auto-impressione di cadavere che impressionò il lenzuolo; per l'epoca del lenzuolo, certamente non di Gesù Cristo. La Sindone è certamente l’oggetto più misterioso e più studiato nella storia cattolica2.

Secondo Christopher Knight e Robert Lomas, in ’The second Messiah’3, la santa Sindone sarebbe l’impronta di Jacques Molay, l’ultimo e infelice Gran Maestro dei Templari4. Questo ‘secondo Messia’ sarebbe l’uomo a capo del potentissimo Ordine religioso-militare, dei quale il re di Francia, Filippo il Bello, di accordo con il papa Clemente V, volle le enormi ricchezze per pagare tutti i debiti della corona dì Francia, decidendo lo sterminio dell’Ordine per avvalersi dei suo enorme patrimonio in oro, in terre e in castelli.

Il 13 ottobre 1307, il re di Francia fece arrestare i membri dell’Ordine dei Templari, con le false accuse di cospirazione, sacrilegio e pratiche sataniche e sodomitiche. Con la connivenza del papa Clemente V (Bertrand de Goth), plagiato dal re di Francia. La nuova Inquisizione, il tribunale supremo della Chiesa, amministrò le sue cause nefande con roghi e torture. I Templari furono accusati in virtù di un arbitrio giudiziario a cui la Chiesa aveva fornito la propria approvazione.

Jacques Molay e buona parte dei Templari finirono sul rogo acceso a Parigi. Secondo questi due autori, Knight e Lomas, prima di essere ucciso sotto tortura, il Molay fu avvolto, dagli Inquisitori francesi, in un sudario per le ventiquattro ore di coma.

“Jacques Molay - scrivono ì due autori di ‘The second Messiah’ - “portava i capelli fino alle spalle e la barba ad immagine di Gesù Cristo. Uno dei pochi disegni che lo raffigurano, ha una notevole rassomiglianza con l’effigie della Sindone”. Altro indizio a prova è che la Sindone fu per la prima volta messa in mostra dalla famiglia de Charnay, discendente di quel Geoffrey de Charnay che fu arrestato con Jacques Molay e con lui bruciato vivo.


Jacques de Molay (1243-1314), Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Templari, con residenza a Cipro

Secondo questi due autori inglesi, il sudario in cui fu avvolto l’ultimo Gran Maestro dei Templari fu lavato e conservato dalla famiglia de Charnay che, soltanto cinquanta anni dopo, trovò sulla tela l’impronta del Molay. La Chiesa francese incoraggiò la credenza che si trattava di Cristo, per evitare la mitizzazione di Molay.

Sempre secondo Knight e Lomar, i Templari erano portatori di una dottrina esoterica e non credevano nella natura divina di Cristo; e, proprio per questo, i Cavalieri del Tempio furono annientati.

A parere dei chimico americano Walter McCrone - nel suo volume: ‘Judgment Day for the Turin Shroud’ - la santa Sindone fu fabbricata nell’Italia meridionale, avvolgendo in un candido drappo di lino un uomo ricoperto di ocra rossa e usando il vermiglio per raffigurare il presunto sangue di Gesù Cristo crocifisso. Storia e leggenda, come spesso, si confondono.

Secondo una incerta testimonianza, la Sindone fu portata in Europa, tra il 1353 e il 1356, da un guerriero Crociato - forse un Templare - che proveniva dall'Oriente, e consegnata ad un Capitolo di chierici francesi residenti nella contea dei Savoia: che, nel 1498, custodirono la tela in una Cappella di Chambéry.

Secondo una indagine condotta nel 1988 da tre gruppi di scienziati; con la tecnica del Carbonio 14, la Sindone risalirebbe al Medioevo e; precisamente, in un periodo tra il 1260 e il 13905. Nel 1506, comunque, la Sindone fu ammessa al culto dal pontefice Giulio II6.

Chambéry, città della Francia, era la capitale dei Savoia. In data del 3 dicembre 1532, il colossale incendio nella sacrestia della cappella di Chambéry, lasciò sul sudario i segni delle fiamme7. Le squadre di soccorso trassero la tela dalle fiamme, ma una goccia ardente d’argento causò un grave danno alla Sindone. Nel 1534 le clarisse8 di Chambéry rammendarono il tessuto nella parte danneggiata, con insufficiente perizia.
L’incendio, tuttavia, lasciò sui sudario i segni delle fiamme. Forse per questo, o per altri motivi politici, Chambéry perdette la celebre Sindone di Cristo che, nel 1560, il duca Emanuele Filiberto di Savoia si trasferì nella nuova capitale di Torino, assieme al sacro cimelio.
Nel 1694 la Sindone fu collocata nella cappella del Duomo di Torino, in una teca di cristallo.

La Chiesa non ha mai dato ufficialmente alla Sindone un particolare significato, oltre al fatto devozionale.
Nel 1898 la Sindone venne sottoposta alla prima fotografia; e l’immagine, in negativo, rivelò chiaramente i tratti di un uomo flagellato e crocifisso.

Il fuoco che ha distrutto buona parte della Cappella del Guarini9, si è sviluppato subito dopo il pranzo di gala in onore del Segretario dell’ONU, Kofi Annan, in visita a Torino.
Alle ore ore 1,30 della domenica 13 aprile 1997, i vigili del fuoco fracassarono la spessa teca di cristallo che proteggeva l’involucro di legno e argento, in cui era contenuto il sacro lenzuolo. Artefice della salvazione, tutti i giornali italiani indicano il vigile Mario Trematore, che riuscì a sfondare, a colpi di mazza, il vetro antiproiettile che conteneva la reliquia.

Lo scrittore cattolico Vittorio Messori ritiene che il corto circuito - di cui si accenna - è soltanto una ipotesi. L’incendio alla Cappella del Guarini a Palazzo Reale è un attentato alla Sindone.


Cronista de “La Stampa”, Messori afferma che nell’inverno dei 1972 si era recato più volte presso la Cattedrale per i tentativi, non riusciti, di dare alle fiamme la Sindone. Allora, come ora, la manovra delittuosa è stata effettuata nella notte tra venerdì e sabato, la notte in cui Gesù Cristo era stato posto nel sepolcro di pietra, avvolto in una Sindone.

Il 14 aprile del 1997, Pier Luigi Baima Bollone, uno studioso che ha dedicato la sua vita all’analisi del sacro sudario, afferma che nel 1998 la Sindone sarà portata in ostensione10 ai fedeli, per il quinto centenario della sua attribuzione ai Savoia, ma non tornerà nella cappella dei Guarini, se non sarà riportata nelle condizioni di prima dell'Incendio11.


Giovanni Modica Scala

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1.    “Un uomo di Arimatea chiese il corpo di Gesù e preso il corpo lo avvolse in una bianca sindone e lo pose nella tomba”. Matteo, uno dei dodici Apostoli, in 59-60. Luca, un altro dei dodici Apostoli, scrisse, in 52-53: “Un uomo chiamato Giuseppe si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù; e depostolo dalla croce, l’involse in un lenzuolo e lo pose in un sepolcro scavato nel sasso”.

2.    Cfr. P. Partner: I Templari. Ed. G. Einaudi, Torino 1991. Cfr. anche A. Beck: La fine dei Templari. Ed. Piemme, Casale Monferrato, 1994.

3.    Cfr. P. A. Lacqua: "Il sudario è quello del Maestro del Templari. In “La Sicilia” del 14 aprile 1997.

4.    Jacques de Molay, nato intorno al 1243, entrò nell’Ordine dei Templari nel 1265 e ne divenne Gran Maestro nel 1298. L’Ordine risiedeva a Cipro e, su invito del papa Clemente V, il Gran Maestro e sessanta Cavalieri vennero in Francia. Giunti nella capitale della Francia, Gran Maestro e Cavalieri furono arrestati il 13 ottobre del 1307, per ordine del re Filippo il Bello.

5.    Cfr. la nota di Cesare Bolla, in ‘La Sicilia’ del 13 aprile del 1997.

6.    Contro i nemici della Chiesa, il pontefice Giulio II (al secondo: Giuliano della Rovere, tra il 1503 e il 1513) marciava sul suo cavallo, con la spada al fianco, la corazza e ii giaco di maglia di ferro. Il 21 gennaio del 1510, nell’assalto contro Mirandola - la città che era in mano dei Francesi - Giulio II scalò di persona le mura e, per primo, entrò di persona nella città conquistata; Il 21 aprile del 1512, papa Giulio II riaffermò l’autorità suprema del pontefice. A Michelangelo commise, nel 1505, il suo gigantesco monumento sepolcrale. Nel Mosè, Michelangelo ritrasse la possente anima di Giulio II. Questo papa ebbe alta statura e portamento dignitoso e sicuro, sguardo profondo e severo. Fu uomo di forte fede religiosa e di sincera pietà.

7.    Lo scienziato russo Dmitri Kouznetsov ha sostenuto, proprio nel 1995, che l’incendio del 1532 aveva modificato ii Carbonio attivo e aveva alterato la datazione che andrebbe ricondotta al primo secolo. Il lenzuolo - affermano alcuni scienziati - è il sacro sudario di Gesù. Emanuela Marinella, sindonologa, afferma che i test al radiocarbonio hanno testimoniato che la Sindone è un falso medievale.

8.    Clarissa = suora dell’Ordine religioso femminile fondato da santa Chiara (1194-1253), seguace di san Francesco di Assisi.

9.    Il Guarino Guarini (1624-1683), nominato nel 1668 architetto ducale da Carlo Emanuele II di Savoia, con l’incarico di edificare la Cappella annessa al Duomo, per conservare la reliquia dalla Sacra Sindone.

10.    Ostensione = esposizione. Da cui ‘ostensorio’, l’arredo sacro per esporre alla adorazione dei fedeli l’ostia consacrata.

11.    “Era meglio che bruciasse la Sindone. Sulla Sindone, in fondo, non è mai stato fugato ii dubbio che si tratti di un falso. Al di là del valore nominalistico che si può dare al Sudario, la devastazione della Cappella del Guarini è cosa ben più grave’. Da Vittorio Sgarbi, su “La Sicilia” del 13 aprile 1997.

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