Origini toponomastiche del quartiere modicano Sorda
La grande alluvione (ed. 2004), p. 47
Aveva costei una bettola, tra le più famose di Sicilia, all'incrocio delle strade per Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica, sul pianoro che ospita l'attuale Chiesa del Sacro Cuore, a un tiro di schioppo dai ricchi mercati modicani e dai suoi fondaci affollati da carrettieri provenienti da ogni parte dell'isola. [...] La bettola era aperta giorno e notte e la sua proprietaria si alternava con il marito al banco, a mescere, e in cucina, a friggere e ad arrostire pezzi di montone o di maiale. [...]
A servire in tavola, di giorno, era sempre lei, una donna che non finiva mai, con sette vite come i gatti, bella e florida come una Gioconda campagnola, con un lieve difetto che non tutti conoscevano ma a cui, in sua presenza, nessuno accennava mai. Ci sentiva poco, tutto qui. Non che fosse sorda come una campana; no, ma bisognava parlar forte se non si voleva un fumante piatto di fagioli con cotiche, invece di un pezzo di salsiccia. Fuori, invece, lontani dalle veloci mani dell'interessata, si diceva pane al pane e vino al vino.
“Ci vediamo dalla Sorda!”; “Passiamo dalla Sorda!”; “Te lo lascio dalla Sorda!”; ci incontriamo, ci sentiamo dalla Sorda, alla Sorda.
Sorda, Sorda, Sorda.
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