Il quartiere “Cartellone”
Le comunità ebraiche nella contea di Modica, pp. 25-27
A Modica, questo quartiere abitato quasi esclusivamente da ebrei, era conosciuto come il quartiere Cartellone; i ruderi di una sinagoga erano ancora visibili ai tempi del Renda, poco più di un secolo fa.

Oggi sono scomparsi, ma il toponimo è ancora vivo e vitale. Molte ipo­tesi si sono fatte sul significato e sull'origine di questa denominazione; la meno probabile mi pare quella del Grana Scolari, secondo cui il termine traeva motivo da un grande cartello «ove stavano notate le leggi ebraiche e che gli ebrei affissavano ai muri delle vie».

In considerazione dei numerosi episodi di intolleranza razzista che culminarono nell’eccidio del 1474, io sono del parere, invece, che il cartello stesse a significare una specie di off limits, un avviso ben visibile, per i cristiani, che da lì aveva inizio il quartiere ebraico. Vera questa ipotesi, Modica avrebbe anticipato di un secolo circa l'odioso provvedimento di separare il quartiere ebraico dalla città cristiana, segnandone i confini con cartelli che, seppure non intimidatori, avevano lo scopo di mettere sull'avviso, o in guardia, l'incauto cristiano che avesse voluto avventurarvisi.

Il quartiere del Cartellone, a detta dei nostri vecchi cronisti, si estendeva da S. Francesco alla Cava, sino all'Olivella, in lunghezza, e dall'altopiano sino all'alveo, in larghezza; quest'ultima fascia era conosciuta come la “Costa di li judei” e la parte terminale, che confinava con la riva del torrente, era detta “lu Cursu”, toponimo che è sopravvissuto sino ad oggi. Praticamente, il quartiere ebraico occupava l'intero versante orientale dell'Itria, una delle quattro colline della città, dominato dalla mole gigantesca del Castello che sorgeva, ad altezza da verti­gini, sulla cima dell'antistante massiccio sperone roccioso che, come un immenso cuneo, spacca la valle in due.

Se la descritta consistenza topografica non pecca di esagerazione, il quartiere ebraico era uno dei più grandi dell'intera città. Si tenga conto, tuttavia, che la zona non ospitava soltanto abitazioni private, edifici pubblici e luoghi di culto, ma anche orti, campi e vigne di una certa ampiezza. Diversi atti notarili del '500 hanno per oggetto l'acquisto di appezzamenti di terra in contrada Cartellone “cum arboribus dome­sticis et silvestris in eis existentibus” o la vendita di qualche “lencha di cheusi, cisterna, casaleno et palmento” in contrada SS. Salvatore, parte integrante dell'ex quartiere ebreo. Anche l’Olivella non è altro che il toponimo derivato dall'oliveto che, ab immemorabili, ricopriva la periferia meridionale del quartiere.

Mezzo secolo dopo l'espulsione degli ebrei, il Cartellone - abitato, ovviamente, da soli cristiani - risultava numericamente il secondo, dei sei quartieri principali che costituivano l'abitato cittadino di Modica. Il più popoloso era il quartiere di Francavilla, che dalle mura settentrionali del Castello si estendeva sino all'attuale Chiesa di San Gio­vanni.
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