Le lacune bibliografiche sull'eccidio del 1474
Le comunità ebraiche nella contea di Modica, pp. 223-4
(...)Tornando a quella che fu la prova più sanguinosa a cui furono sottoposti gli ebrei, nel corso di tutta intera la loro permanenza in Sicilia, e che ebbe come teatro, purtroppo, la nostra terra, dobbiamo lamentare la mancanza, anche tra i moderni, di uno studio serio ed esauriente o, comunque, meno incompleto e meno impreciso di quanti ne siano stati abbozzati per il passato. Una bibliografia sugli «accenni» al riguardo può essere contenuta nei limiti di una brevissima nota 12.

Unica eccezione può essere considerato il Solarino, il quale, ad una breve ed efficace descrizione del drammatico episodio, fa seguire - primo in ordine di tempo - la trascrizione quasi integrale del solo documento ufficiale legato ai fatti di Modica. Quasi integrale perché, a parte una perdonabile infedeltà grafica, riporta due errori, vistosi quanto inspiegabili, ed omette un importante particolare 13.
Qualche anno dopo, il documento venne pubblicato dai Lagumina, in versione corretta, tra i documenti del Codice Diplomatico 14. Come un organo staccato, sul tavolo anatomico, privo di ogni riferimento storico, avulso dal contesto economico e religioso, esso fornisce soltanto un freddo particolare di una policroma composizione, vasta e complessa, immersa nell'ombra.

Interessato alla storia della mia terra, avverto come un dovere il compito di portare un po' di luce in questo grigiore confuso; una luce che metta bene in evidenza tutti i particolari di una composizione degna di figurare in una galleria degli orrori. L'impegno è non tanto difficile, quanto ingrato; ma, senza che ciò abbia il significato di una espiazione, credo sia giusto che spetti ad un tardo pronipote di uno dei tanti protagonisti del dramma, dire quella verità che, in bocca ad un estraneo, potrebbe assumere il sapore di una offesa al nostro malinteso e discutibile amor di patria. Perché l'eccidio degli ebrei nel 1474 rappresenta, fuor di ogni possibile dubbio, la pagina più brutta della millenaria storia di Modica, il delitto più ignobile di cui si macchiò la nostra società medievale. Portato a condannarlo senza riserve, non tenterò affatto di trovare ipocrite giustificazioni, atte ad attenuarne la mostruosità, ma di cercare – per riunirli ed esaminarli - quei fattori che, coincidendo in una particolare condizione di tempo e di ambiente, catalizzarono il terribile genocidio.

Per capirne il perché.


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12.    L. Zunz: op. cit., p. 82; traduzione dell'opera che vide la luce in Germania, nel 1845. Il «pezzo» su Modica è tratto integralmente dal Di Giovanni. Nel 1882-83, nel secondo volume di Storie Siciliane (pag. 517 dell'edizione Virzì di Palermo; pag. 333 della ristampa a cura della Regione Siciliana), Isidoro La Lumia sfiora appena l'argomento, fornendoci la cifra di 400 vittime, tratta direttamente dal Carrafa. Il Sonino Trono Schininà (op. cit., pp. 201-2) si rifà anche lui al Di Giovanni, con qualche aggiunta tratta dal Di Blasi. In A. Milano (Ebrei in Italia, cit., p. 217), l'accenno ha appena il valore e la consistenza di un inciso; l'esatezza del numero degli uccisi denunzia chiaramente, come fonte, il Codice Lagumina.

13.    I due errori di trascrizione, l'omissione e qualche altra osservazione trovano la loro giusta collocazione in nota al documento riportato in Appendice, sub 6.

14.    B. e G. Lagumina: op. cit., doc. n. DLXXIX.

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